Al caldo di un'estate di ruvida seta

Al caldo di un'estate di ruvida seta

Un'immodesta proposta

Por Giuseppe Dambrosio

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Sinopsis

Colori. Colori immortalati in uno spazio-tempo sempre rapito. Afflato delle cose dai confini ineffabili. Sussurri e grida. Schegge di luce. Allucinazioni pure. Quant’altro. Nei versi proposti in questa raccolta si fa esperienza dell’intensità, che non ha un luogo proprio. Compaiono dei nomi, dei titoli, a far da cornice ma si rivelano labili riferimenti, poiché tutto si trasmuta e sconfina, deborda, ritorna sotto mentite spoglie. Per l’autore la filosofia e la poesia sono due intensità che tendono l’unico campo del linguaggio in due direzioni opposte: puro senso e puro suono. Ma non c’è poesia senza pensiero, così come non c’è pensiero senza un vibrare poetico. I versi cercano di disegnare l’infinito riprodursi delle pieghe dell’esistenza e il loro stratificarsi produce accordi che contribuiscono alla creazione di una sempre nuova armonia. Tutto si piega, si dispiega, si ripiega. Questi versi, racchiusi in venticinque poesie, cercano di far parlare le cose, di farle gridare, sorridere. Essi non guidano alla verità, che per il poeta non esiste, ma alla perdita di ogni verità e dunque alla perdita di sé stessi. E è l’uomo stesso a risultare decentrato, per lasciare spazio alla corporeità. Una corporeità che s’impone danzando, producendo, creando, distruggendo. Nulla rimane di sacro ma solo un gaio sorriso. Il poeta e i suoi versi si disperdono dunque nel mondo, come pulviscoli. E tutto si fa vita, poesia per la vita. L’autore vuole inoltre rimarcare e rilanciare che tale modo di far poesia è anche un atto politico, contro questo mondo, poiché crea uno scacco, un cortocircuito al linguaggio dominato dall’informazione, piegato alla matematizzazione del pensiero. La vita stessa raggiunge una certa intensità esclusivamente attraverso la poesia, altrimenti essa decade a bieca routine, fredda pratica burocratica. E tutto si fa muta scala di grigi. Monotonia. Volontà di morte. Questi versi sono per tutti e esortano a una metamorfosi a qualunque rischio.

Giuseppe Dambrosio